sabato 4 febbraio 2017

Il coraggio della miseria

Per il challenge di lettura a cui sto partecipando, ho preso in mano 2 libri che avevo in giro da tempo, ognuno dei quali affronta in maniera diversa temi pesanti.

Per la sfida 3 di 40 ho scelto "Scritto sotto la forca" di Julius Fucik. Inserirlo nella categoria "libri con meno di 180 pagine" lo svilisce, avrei potuto scegliere la categoria "Una storia d'amore" perche' questo diario di prigionia racconta davvero una storia d'amore da parte di Fucik per la moglie Gusta a cui dedica parole tenerissime ma soprattutto per la sua Patria, per Praga e ancor più per l'Umanità e la Libertà.  Per questi valori si fa arrestare e torturare senza aprire bocca, senza tradire i compagni e la lotta partigiana che era in corso contro l'occupazione nazista.
Con un coraggio che ora diamo per scontato ma che ha davvero dell'eroico, porta avanti la sua lotta anche dalla prigionia, in condizioni estreme, fino al giorno della condanna a morte. Grazie ad un mozzicone di matita e ad alcuni fogli di carta velina portati di nascosto dal suo secondino, riesce a raccontarci le sue giornate di prigionia la consapevolezza dell'approssimarsi della morte e a darci una testimonianza personale, non corale e collettiva, della follia di quei giorni. "La tristezza non sia mai legata al mio nome..." chiede alla sua Gusta dalla cella. 
Dopo questo si può solo tacere...

Nota a margine: questo libro arriva dalla libreria di un fratello di mia nonna, maestro, classe 1920. Buona parte dei suoi libri è andata persa tra i vari traslochi e sgombramenti, ma un paio di librerie sono ancora intonse, potrebbero uscirne altre chicche.

Per la sfida 4 di 40 "Un romanzo umoristico" ci trasferiamo in Irlanda insieme a Flann O' Brian con "La miseria in bocca". Una presunta biografia tra il serio e il faceto intrisa di povertà e di tanta, tanta ironia. In un libricino breve l'autora ci racconta la sua storia, anche perchè come spiega, dopo di lui un altro come lui non ci sarà (come contraddirlo?). Conosciamo così le condizioni dell''Irlanda del secolo scorso, convinta non solo di essere povera e misera, ma anche di meritarselo, convinta di rimanere misera nei secoli dei secoli e quindi a che serve provare a cambiare? Conosciamo la famiglia O' Coonassa: un nonno grigio che vive di espedienti, una mamma burbera e forte sfiancata solo dalla puzza del maiale perchè si, anche il maiale dorme in casa, cosi' come il cavallo e le pecore. D'altrode la famiglia O' Coonassa aveva anche provato ad accogliere il consiglio di costruire una capanna per dividere cristiani e animali.... ma è cosi' umido dormire in una capanna!! e ben presto  cristiani sono rientrati in casa con animali puzze e tutto il resto.. Si incontrano altri personaggi e altri aspetti dell'essere irlandese, anzi gaelico, orgogliosamente gaelico....
Insomma la faccio breve... riuscire a far sorridere raccontando la propria miseria è un'arte! 

E di arte in arte vi mostro anche il capolavoro disegnato dall'erede evidentemente ispirato dall'ambientazione gaelica (chettelodicoaffà...)

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