martedì 2 luglio 2013

Sandali e downshifting


E' partito da qui, dalla necessità di portare all'asilo un paio di scarpe chiuse in un giorno di pioggia improvvisa. La frustrazione di dover rimanere in ufficio ha portato alla luce riflessioni che iniziavano mettere radici già da tempo.


Lo so, sarà successo mille altre volte a mille altre mamme, ma per me quel momento è stato veramente frustrante, e mi sono detta.. cosa penserà la testolina di un bimbo che se ne sta con i piedi bagnati? che spiegazione si darà? si starà chiedendo perche' la mamma non gli porta le scarpe chiuse? chissà... ma la mamma se lo stava chiedendo eccome.... mi è sembrato innaturale e profondamente ingiusto essere costretta a rimanere in un ufficio e non poter rispondere ai bisogni di mio figlio..


Da qui è partita la mia riflessione.... ma questa è veramente l'unica strada possibile? E' veramente ciò che voglio? E veramente giusto dover sacrificare/investire/spendere la mia vita chiusa in questo ufficio e non dedicare le mie ore migliori alla mia famiglia? E' veramente giusto che io porti a casa il peggio di me, la mia stanchezza e frustrazione, unitamente al mio stipendio?

E qui veniamo alla nota dolente: lo stipendio. Si perche' se non fosse per quello, penso che molte di noi avrebbero fatto scelte diverse. Ho lasciato per scelta il mio (amato) mestiere per un lavoro piu' sicuro e comodo ma ora mordo il freno e mi dico... ho/abbiamo veramente bisogno di tutto questo? Tutte questi vincoli economici che ci conducono a scelte obbligate sono bisogni reali o bisogni indotti?
Altro input m è arrivato da questo brano:

Abito in un monolocale di 40 metri quadrati. Dormo in un letto a ribalta. Ho sei camicie. Ho 10 ciotole che uso per tutte le portate. Quando c' è gente a cena apro il mio tavolo allungabile. Non ho un solo cd o dvd e ho il 10 per cento dei libri che avevo una volta. È un bel salto rispetto alla vita che facevo alla fine degli anni 90, quando, pieno di soldi per la vendita di una start up su Internet, avevo una gigantesca casa piena zeppa di sciocchezze - aggeggi elettronici, elettrodomestici, gadget e automobili. In qualche modo tutta quella roba ha finito con l' essere padrona della mia vita; le cose che consumavo sono arrivate a consumarmi. Il mio caso è insolito (non tutti si ritrovano ricchi grazie a Internet prima dei trent' anni) ma il mio rapporto con le cose materiali non lo è. Viviamo in un mondo di oggetti in eccesso, di scatoloni di cartone dove stiparle e di occasioni di shopping online 24 ore su 24. A ogni livello sociale le persone possono sommergersi di prodotti e lo fanno. Non c' è un solo segnale che qualcuna di queste cose abbia reso chicchessia in qualche misura più felice; in realtà sembrerebbe vero proprio il contrario.
Graham Hill - Vivo al minimo




....quella roba ha finito per essere padrona della mia vita... verità profonda, che va oltre le parole, dalle mille implicazioni. Tutto mi porta a dire che no, non è l'unica scelta possibile. Infine oggi mi sono imbattuta in una parola: downshifting.
Ho scoperto essere un termine di moda e dibattuto da tempo, spiacente, ma persa tra pannolini e cartoni animati nessuno mi aveva avvertito dell'avvento del downshifting, ma direi che fa per me.

Dice Wikipedia: Downshifting is a social behavior or trend in which individuals live simpler lives to escape from the rat race of obsessive materialism and to reduce the “stress, overtime, and psychological expense that may accompany it”.




Comportamento in cui gli individui vivono una vita più semplice per fuggire dal materialismo ossessivo e ridurre la corsa, lo stress, la spesa psicologica che a ciò si accompagna.. si, il downshifting fa per me. Necessariamente una consapevolezza simile ha conseguenze sulla propria e altrui vita, quindi ragioniamoci. Ma ormai sono decontaminata... e il mio caro Berne ne sarà felice :)

3 commenti:

Raffa ha detto...

Sono riflessioni che faccio spesso anch'io. So di essere una donna fortunata, per molte ragioni, ma soprattutto per due: ho un lavoro, e di questi tempi è già una vera fortuna, ed è un lavoro che amo, il che è un vero terno al lotto. Però... però sono stanca di correre, stanca di organizzare le corse mie e loro, stanca di essere stanca e di dedicare loro il peggio di me. Il downshifting forse è la risposta anche per me.
Raffa

Carla ha detto...

Finisco qui per caso e cosa leggo?
Praticamente i pensieri che faccio tutti i giorni.
Un lavoro part time che comunque mi permette di pagare il prestito della casa e di avere qualche ora nel pomeriggio per stare con mio figlio... ma ci sto davvero con mio figlio quanto vorrei? Siamo sicure che sia il lavoro la causa dei nostri mali? L'equazione lavora produci consuma muori?
O forse sono le altre mille cose che ci mettiamo in testa di fare per riempire l'horror vacui che ci portano via momenti preziosi della nostra esistenza?
Dopo un eterno riflettere soprattutto da 5 anni a questa parte, ripeto, da quando è nato mio figlio, mi sono resa conto che il nostro male forse più di ogni altra cosa è l'alienazione da tecnologia, da pc, tv, telefonini ai quali dedichiamo interi pomeriggi, ognuno in maniera diversa, cercando quei contatti umani che si sono persi nella realtà, quell'emozione che dovremmo riservare alle persone in carne e ossa...
E' davvero un discorso lungo e complicato ma, ti prego, non sentirti in colpa di niente. Di colpe ne abbiamo avute addosso già abbastanza per millenni.
Avrai sicuramente spiegato a tuo figlio che non lo ami di meno solo perché ha avuto i piedini sbagliati e che tu hai dei compiti da svolgere esattamente come tutti.Vorrà dire che vi farete un auto massaggio plantare con oli profumati... :)

Katy ha detto...

anche io mi sento molto vicina alle tue riflessioni, da tempo in casa discutiamo di decrescita felice e devo dirti che in alcune cose ci proviamo: abbiamo buttato la tv, coltiviamo da noi le nostre verdure e personalmente mi autoproduco innumerevoli prodotti per la cura della persona e della casa....sembra poco, ma questi semplici gesti ci hanno fatto riscoprire la bellezza di un'intimità familiare, la gioia di collaborare per il benessere interiore della famiglia in perfetta armonia con la natura che ci circonda. le tue riflessioni mi fanno capire che anche tu hai già preso la tua decisione e che sai che direzione debba prendere la tua vita. in bocca al lupo, katy

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